Con l’inizio del primo trimestre del 2025, le organizzazioni si dimostrano cautamente ottimiste nei confronti delle proprie supply chain. Secondo il Lehigh Business Supply Chain Risk Management Index (LRMI), la percezione complessiva dei rischi è in lieve calo, passando dal 67,48 dell’ultimo trimestre del 2024 al 66,18 del primo trimestre 2025. Questo calo marginale suggerisce che, sebbene le organizzazioni si mostrino meno apprensive rispetto al passato, rimangano comunque dei dubbi di non poco conto.
Tra tutti, la sicurezza informatica e la violazione dei dati rimangono uno dei timori più diffusi, attestandosi in vetta all’indice di rischio con un tasso pari a 76,97. Malgrado una lieve flessione rispetto all’inizio del 2024, i professionisti della supply chain sono concordi nell’affermare che gli incidenti informatici siano inevitabili. Uno degli intervistati ha sottolineato che per la maggior parte delle organizzazioni non si tratta di “se” ma di “quando” si troverà ad affrontare un problema legato alla sicurezza informatica o alla violazione dei dati. La costante lotta per la sicurezza e la salvaguardia dei dati tra Stati nazionali, aziende e altre entità conferma la necessità di adottare delle misure di sicurezza dei dati più solide e di avviare collaborazioni affidabili.
Il potenziale rischio di ingerenze governative resta uno dei fattori più critici, con un indice pari a 74,16. Le recenti elezioni presidenziali hanno creato un mix di ottimismo e preoccupazione tra le organizzazioni. Alcune prevedono una diminuzione dei rischi grazie alla deregolamentazione prevista dalla nuova amministrazione, mentre altre temono potenziali aumenti delle tariffe e cambiamenti nelle politiche di immigrazione che potrebbero aggravare la carenza di manodopera.
Anche il rischio relativo ai fornitori è sensibilmente aumentato, salendo di due posizioni rispetto al trimestre precedente e raggiungendo un indicatore pari a 74,16. In previsione di nuove tariffe, è probabile che i fornitori dovranno far fronte alle difficoltà di adattamento, da parte delle organizzazioni, a condizioni in continua evoluzione. Per cercare di limitare le difficoltà, le organizzazioni puntano a diversificare il proprio parco fornitori, rafforzando ulteriormente le partnership con gli stessi. Tuttavia, c’è un certo scetticismo sulla reale disponibilità dei consumatori ad acquistare prodotti o componenti sostitutivi che potrebbero diventare irreperibili a causa dell’interruzione della filiera.
Potenziali rischi di tipo economico, invece, sono sensibilmente diminuiti, passando dal 77,91 del quarto trimestre del 2024 al 67,98 del primo trimestre 2025. Questo calo può essere attribuito ai recenti tagli dei tassi di interesse e alle politiche economiche previste dalla nuova amministrazione. Tuttavia, la potenziale carenza di manodopera, l’introduzione di tariffe doganali e le modifiche alle politiche sull’immigrazione continuano a rappresentare una seria minaccia alla stabilità economica.
Di fronte a difficoltà di questo tipo, è fondamentale che le organizzazioni adottino strategie proattive per la gestione dei rischi. Introdurre misure più efficaci in materia di cybersecurity, tenersi informati sui cambiamenti delle politiche governative e diversificare il parco fornitori costituiscono un passo importante per la realizzazione di supply chain più resilienti. Se la vostra organizzazione mira a rafforzare la solidità della propria supply chain, oltre a garantire la conformità alle norme del settore, contattate uno/una dei/delle nostri/e project manager alla Perry Johnson Registrars (PJR), affinché possa supportarvi in questo percorso.
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